Ieri ero troppo assonnata per mettermi a scrivere del concerto, ma qualche parola è doverosa.
Stancante, a tratti massimamente coinvolgente, ma anche troppo lungo. La prima parte me la sono decisamente goduta, ero concentrata e l'impatto con quelle sonorità complesse, stratificate, avvolgenti è stato eccezionale, i crescendo davvero epici, e i filmati scelti come sfondo molto evocativi, al punto che credo d'aver guardato più quelli che il gruppo. Ma dopo i primi novanta minuti ho iniziato a dare segni di cedimento. Voglio precisare che l'esibizione è durata ben oltre le due ore, senza interruzioni. Una colossale saturazione percettiva. A un certo punto potevo letteralmente sentire la forma del cervello attraverso i suoni che gli rimbalzavano contro da ogni lato, effetto sonar. La musica continuava a essere bella, ma io ero sfinita e non elaboravo più nulla. Senza contare il cedimento fisico: lì dalle 21, in piedi, a fare la fila per i biglietti, così che all' una di notte, al sonno, si sono aggiunti dolori diffusi alle articolazioni (tra l'altro la mattina avevo pure scaricato un po' di legna in caldaia e non è che la schiena se ne giovi mai molto).
Il finale comunque è stato un tocco di classe. Un'uscita a calare, uno alla volta, quietamente, senza chiasso, mentre la melodia si assottigliava man mano che un altro strumento veniva posato e un viso lasciava la scena. Così ci hanno salutati i Godspeed You! Black Emperor.
E dulcis in fundo, scesi dal palco, si sono messi dietro al banco dei gadget a vendere vinili e magliette, un fatto che mi ha piuttosto sbalordita, manco fossero la band del liceo alla festa parrocchiale.
Grandissimi!
Nessun commento:
Posta un commento