29 aprile 2012

Rifuggo un uomo e questo mi offre fiori, cioccolatini, ristoranti di lusso, concerti, profumi, vestiti, viaggi, che amarezza.

28 aprile 2012

Good morning

Ti svegli cadavere, in una pozza di pensieri appiccicosi che fanno da cuscino al cranio disfatto.

24 aprile 2012

Patum

Se ciascun cuore prima di rompersi può battere al massimo un certo numero di volte, quel numero lo sto raggiungendo al ritmo di una carica di cavalleria.

18 aprile 2012

Questa


Questa è l'etichetta di una borsa. Questa non ha alcun valore, ha invece un nome di quattro lettere stampato sopra e altre informazioni sul retro, POLIURETANO declinato in sei lingue. Questa si trova sul mio comodino da mesi e sono incapace di buttarla via. Alcuni giorni fa l'ho girata - POLIURETANO POLYURETHANE POLYURETHAN POLYURETHANE POLIURETANICA POLIURETANO - per non leggere le quattro lettere. Le quattro lettere sono una persona, ed ecco la magia dei simboli, il potere dei nomi, la ricerca dei significati. Mi dico che è una nobile arte, una quête, eppure qui e ora mi sento sciocca come se infine cadessi, avvinta da superstizione.

15 aprile 2012

Atlas

La mia più recente droga. I sette minuti della versione integrale iniettati nel cervello sono stupefacenti.



(Battles, Atlas)

14 aprile 2012

È soltanto sfortuna la mia

...but no one's in your head
'cause you're too smart to remember
you're too smart
lucky you.



(The National, Lucky you)

12 aprile 2012

Astinenza

A pagina 1033, dove avevo tracciato alcuni segni a matita un paio d'anni fa:
«E contavo i giorni. Ero orgogliosa di ogni giorno che riuscivo a starne fuori. Ogni giorno sembrava essere la prova di qualcosa, e li contavo. Li sommavo. Li mettevo in fila uno dietro l'altro. Lo sai?» [...]  «E poco dopo diventava... improbabile. Come se ogni giorno fosse una macchina che Knievel doveva saltare. Una macchina, due macchine. Quando mi rendevo conto che ero arrivata, diciamo, a 14 macchine, cominciava a sembrarmi un numero esorbitante. Saltare sopra a 14 macchine. E poi il resto dell'anno, guardando in avanti, centinaia e centinaia di macchine, e io nell'aria che cercavo di saltarle». Smise di toccarsi la testa e l'abbassò. «Chi avrebbe potuto farcela? Come avevo anche solo potuto pensare di farcela in quel modo?»
E più avanti:
Sentire che non ce la fai e devi farcela per forza [...] Sentire il dolore di ogni secondo che passava. Vivere un secondo alla volta. Suddividere il tempo in tante microunità. L'astinenza. Ogni secondo: si ricordava: il pensiero di sentirsi come si sentiva in questo secondo per altri 60 di questi secondi - non poteva farcela. Non poteva farcela. Doveva costruire un muro intorno a ogni secondo per sopportarlo.
[...] Resistere. Nessun singolo istante di quel dolore era insopportabile. Eccolo qua un secondo: lo aveva sopportato. Insopportabile era il pensiero di tutti gli istanti in fila, uno dietro l'altro, splendenti.

                                                                                         (David Foster Wallace, Infinite jest

9 aprile 2012

for sure

Sempre qui ritorno, in luoghi che già una volta attraversai con occhi pieni di lacrime.
Non c'è da stupire. Fenomeno inevitabile - pare lo sia - per chiunque abiti una terra a forma di sfera.




(Devendra Banhart, My dearest friend)

7 aprile 2012

Stile Polaroid

Dø, A Mouthful, cover
 
Quanto mi piace questa foto impregnata di celeste su cui il mio umore nero non ha alcun effetto.

4 aprile 2012

3 aprile 2012

Caramelle amare

La speranza e la disperanza, a volte l'una, a volte l'altra. Oggi l'altra.