4 aprile 2014

Semprevero

Non so quello che faccio. Mi perdo, sempre e inevitabilmente, dopo poche righe di una scrittura cancellata e ruminata da quattro stomaci diversi che ritorna poi umidiccia e fibrosa nella bocca e, dopo averla sputata, resto in attesa senza altro da fare che rimuginare su quale sapore avesse avuto un tempo, per quell'attimo in cui era parsa fresca e invitante. Per questo non completerò mai nulla di quello che esce dal mio cervello con l'intenzione di diventare parola scritta, perchè tutti quei resti mangiucchiati che si ammassano sulla pagina finiranno sempre per darmi la nausea.

13 marzo 2014

Per tutto quel tempo aveva percepito la sua vita come la fodera floscia di un cuscino, e la scrittura un modo per cercare d'imbottirla un po', quando invece, più sensatamente, sarebbe dovuto accadere il contrario. Sul serio se ne rendeva conto solo ora?