30 gennaio 2011

Two headed boy



Neutral Milk Hotel

Mirabilia

Digitate su un motore di ricerca Hans Silvester, è un fotografo. Scorrete le immagini.
Scoprirete che in Etipia, nella valle del fiume Omo, vivono popolazioni toccate da un incredibile genio estetico. Personalmente sono estasiata.
Dimostrano una fantasia, una creativtà, un gusto, un senso cromatico che farebbe invidia a ogni artista antico o moderno. Si ha la sensazione che vivano alle radici di una Bellezza senza tempo, quanto di più sincero possiamo produrre noi poveri uomini angusti.

Le immagini credo si possano trovare in formato cartaceo qui


e qui (volume italiano)


tuttavia non escludo esistano anche altri testi.

28 gennaio 2011

GY!BE

Ieri ero troppo assonnata per mettermi a scrivere del concerto, ma qualche parola è doverosa.

Stancante, a tratti massimamente coinvolgente, ma anche troppo lungo. La prima parte me la sono decisamente goduta, ero concentrata e l'impatto con quelle sonorità complesse, stratificate, avvolgenti è stato eccezionale, i crescendo davvero epici, e i filmati scelti come sfondo molto evocativi, al punto che credo d'aver guardato più quelli che il gruppo. Ma dopo i primi novanta minuti ho iniziato a dare segni di cedimento. Voglio precisare che l'esibizione è durata ben oltre le due ore, senza interruzioni. Una colossale saturazione percettiva. A un certo punto potevo letteralmente sentire la forma del cervello attraverso i suoni che gli rimbalzavano contro da ogni lato, effetto sonar. La musica continuava a essere bella, ma io ero sfinita e non elaboravo più nulla. Senza contare il cedimento fisico: lì dalle 21, in piedi, a fare la fila per i biglietti, così che all' una di notte, al sonno, si sono aggiunti dolori diffusi alle articolazioni (tra l'altro la mattina avevo pure scaricato un po' di legna in caldaia e non è che la schiena se ne giovi mai molto).
Il finale comunque è stato un tocco di classe. Un'uscita a calare, uno alla volta, quietamente, senza chiasso, mentre la melodia si assottigliava man mano che un altro strumento veniva posato e un viso lasciava la scena. Così ci hanno salutati i Godspeed You! Black Emperor.
E dulcis in fundo, scesi dal palco, si sono messi dietro al banco dei gadget a vendere vinili e magliette, un fatto che mi ha piuttosto sbalordita, manco fossero la band del liceo alla festa parrocchiale.
Grandissimi!

27 gennaio 2011

Gravità zero

E' il sonno che genera pensieri sbilenchi. Quelle dolorose emersioni dalla pelle del mondo. All'inizio sei solo un rigonfiamento sulla superficie, poi senti lo strappo e ti trovi a fluttuare in abissi senza stelle.

26 gennaio 2011

Ecocardiogramma

Lo specialista che mi ha spogliato il cuore ha garantito che nulla è cambiato dall'ultima visita.
Sembrava soddisfatto.
Dottore, non capisce che invece sta proprio qui il problema?

La metamorfosi

Signori, dimenticate la Tizia che avete sempre conosciuto. Conoscetela e dimenticatela. Dimenticatela e non compiangetela.
Perché questa sera, signori, Tizia verrà affogata nel mare magnum di una superiore dimensione musicale da cui uscirà trasformata, o non ne uscirà affatto.
Questa sera, le lunge suite progressive, i crescendo epici, la follia sonora dei Godspeed you! Black Emperor (il nome è già un delirio) scardineranno gli accessi al suo piccolo cervello nevrotico. E qualcosa dovrà accadere.
Stiamo parlando di brani di 15, 20 minuti, spesso esclusivamente strumentali, stiamo parlando di nove musicisti, di un concerto che, secondo certe voci, potrebbe anche durare 2 ore e 40.

Se sono preoccupata?
Sì, lo sono.

Perchè ci vado?
Non ne ho idea.

Cosa sarò dopo?
...

25 gennaio 2011

E poi dicono che la tv non è istruttiva

Un valido aiuto per studiare il latino. Dopo aver visto questo non mi dimenticherò più i verbi che si costruiscono con l'ablativo strumentale!
...utor, fruor, fungor, potior... urghlaahhrglll

23 gennaio 2011

Da farsi aggrovigliare le budella

Strange Form Of Life, Bonnie Prince Billy

A che servono i motivi?

Chiaramente non comprendo.
Tizia sostiene che non vale la pena d'occuparsene più di tanto.
Io sostengo che Tizia ha ragione.
Siamo una gran bella coppia noi due.

22 gennaio 2011

Did it finally show that strange things will happen if you let them?

No expectations...

(Radio Dept,  Strange Things Will Happen)


Perché no?

Apro la posta. C'è l'invito a una festa a Milano. Resto indifferente. Sono una misantropa? Sono diventata antipatica come Rousseau? Ho voglia di vivere così. Vivere facendo a meno. Vivere senza. Senza mondanità. Senza viaggi. Senza feste. Intendo scoprire se la felicità è possibile facendo a meno di tutto questo. Se ci sia beatitudine nel godere di quello che avremmo comunque avuto: il sole, le nuvole, le metamorfosi delle stagioni. Scoprire se quanto era stato assegnato all'uomo bastava. Comincio a capire che sì, bastava, e questa scoperta quasi mi sgomenta:  perché il mio appetito di cose diverse da quelle che ho è svanito, si è smorzato come la libido di un asceta che abbia imparato a trovare nell'astensione la gioia. Questo non è quello che solitamente viene chiamato vita, non dai pubblicitari almeno, non dagli strateghi del marketing. Ma è la mia vita.

[...]

Mi piace questa vita bastante a se stessa, che non ha bisogno di giustificarsi con eventi straordinari, che trova l'appagamento, la gioia di vivere, anche quando non accade niente, ma proprio niente degno di fare notizia.


(Pia Pera, L'orto di un perdigiorno)

21 gennaio 2011

Linee guida per Tizia. Appunto n. 1

Qualcosa di ammirevole, qualcosa di grande. L'essenziale, il così deve essere, pescato a piene mani dalla spazzatura del mondo. Da quello che altri gettano via.

20 gennaio 2011

La formica rossa

Eccezionale.
Il testo è di Borges.
La musica purtroppo non riesco a rintracciarla.
Il corto è inserito alla fine di una puntata di Boris.

Da brivido.


Scary world theory

Ho terminato il video a cui sto lavorando scontinuatamente da molto tempo, e ho scelto il giorno peggiore per finirlo. Dal momento che oggi sono in preda al disgusto cosmico non mi va granchè di sentirmi soddisfatta o appagata o le idiozie simili che in genere ci spariamo in vena per trovare la vita uno sballo da favola.
 Pertanto non sono in grado di promuovere il mio lavoro, guardatevelo e basta, oppure sloggiate.

True Love Will Find You In The End



Eppure caro Daniel non saprei. Se anche fosse, in fondo, farebbe differenza?
Ci vuole fede per sostenere ogni illusione, e forse io non credo più.

15 gennaio 2011

Dopo Hundertwasser e Chinaski nuovi incontri sul web

Mi sono imbattuta per caso in un blog delizioso. Ho sfogliato due pagine e non mi è occorso più di un minuto per etichettare l'autore come "uomo dei sogni", nel minuto successivo ho poi realizzato che il suddetto principe azzurro è sposato, con prole e vive a Bolzano.
E mentre mi domando affranta dove? dove si trovano persone così?? continuo a leggere intercalando amari sospiri a quella prosa incantevole, alle ricette paradisiache, alle foto sorprendenti, il gusto, l'abilità, la sensibilità, l'arguzia, l'arte di questo (ahimè) sconosciuto.
Sospiro, sospiro, sospiro...

Come gli amanti del quinto girone

La primavera è arrivata con un mese di anticipo. Vado a dare un'occhiata all'aiuola delle peonie di cui ho interrato i rizomi l'autunno di un paio di anni fa. Hanno attecchito, stanno spuntando i primi steli rosso rabarbaro. I tulipani Angelica emergono con la loro corona di spesse foglie lanceolate. Sta per esplodere il paradiso e mi rendo conto che il momento di accettare l'invito a Goa è ormai passato. Meglio così. Se ne stia nella sua lontananza l'India, favolosa come un paese mai visto, come un suono carico di leggenda. A me è bastato mi facesse compagnia quando fuori era freddo e restavo in casa accanto al camino acceso, con qualche lettura, qualche pregustazione di viaggio; il desiderio di evasione era troppo smorzato dalla nuova felicità imparata qui, che insegna a sottrarsi alla morsa dei desideri indotti. Ci vuole tempo, l'impronta dei desideri degli altri è lenta a sparire. Che sollievo non doversi rinchiudere in quegli orribili torpedoni volanti, non doversi inventare un motivo di aggirarsi per l'India, sradicata come un cespo di gramigna tirato via da un colpo di zappa. Mi piace l'idea di Massimo, di creare un'agenzia di viaggi in cui si acquistano coupon che conferiscono il diritto di restarsene a casa: soddisfacendo a un tempo la coazione a spendere e il bisogno di dare prestigio alla sedentarietà, facendone qualcosa di non accessibile a tutte le borse. Un costosissimo biglietto di prima classe che conceda il diritto di non partire, di sentirsi felici lì dove ci troviamo. Un obolo alla follia perché ci sia concesso di non venire distratti dallo stato di beatitudine di chi assapora il momento presente. Chi non potesse permettersi coupon di sedentarietà, si troverebbe costretto a viaggiare per il pianeta come un'anima in pena, come gli amanti del quinto girone.


(Pia Pera, L'orto di un perdigiorno) (grassetto mio)

Tenera non è la notte

Non so cosa ci faccio a quest'ora al computer. Poco fa avevo tante frasi e pezzi di discorsi in mente, mentre guidavo verso casa nella notte, ma ora alla luce del monitor non hanno più lo stesso fascino. Sentirsi triste in una macchina che affonda nella nebbia è tutt'altra cosa che dichiararlo qui con poche parole sbrigative. Ora non so che raccontarvi, non so spiegare. Prima, prima era diverso, dovevate esserci prima, dovevate guardare dentro al buio insieme a me. Ma non posso aspettarmi che siate interessati alla mia prospettiva come lo sono io, e poi avreste comunque visto in modo differente. E' tutto un pasticcio. Sto parlando di solitudine? Dove conduce il mio discorso? Non ho un fine, non esercito controllo su quello che scrivo, è piacevole. Domani, con tutta probabilità, rileggendolo ne riceverò l'effetto di una disgustosa nausea post sbornia.

Mi correggo, ho riletto ora. Bah.

13 gennaio 2011

Caro diario

Pare che il sole abbia strigliato l'aria oggi fino a renderla liscia, una di quelle giornate serene e pulite che tanto mi rammentano i versi del Gozzano... l'azzurro infinito del giorno è come una seta ben tesa.
Siamo a gennaio e si può stare all'aperto senza giacca, a questo punto temo il ritorno di freddo e neve visto che la mia mente è già in maglietta e infradito.
In casa i giacinti sono fioriti e non è possibile sostare in cucina senza accorgersi della loro presenza dal momento che il profumo intenso è capace di sorprendere e rapire chiunque, non importa in quale attività sia impegnato, se pelare carote o leggere un libro. Certo come giacinti sono forse un po' spelacchiati, non che mi lamenti, mi pare già un miracolo che siano fioriti considerando che nessuno ha mostrato la benché minima intenzione di piantarli fino a quando non hanno incominciato a germogliare per conto loro nella cassetta su in soffitta.
Ah, se non avessi da studiare latino!


12 gennaio 2011

In love with Summer Fiction

Accade di innamorarsi in un sogno.
Nel mio compare una persona conosciuta su internet. Una persona con cui converso e intreccio un piacevole rapporto a distanza finché, una notte, mentre passeggio sola lungo una strada di campagna, questa persona mi scrive arrivo e noto di lontano un cavallo che si dirige al galoppo nella mia direzione. E' buio, e quando finalmente riesco a distinguere il cavaliere mi accorgo che si tratta di una ragazza. Nel frattempo lei mi raggiunge e smonta da cavallo, uno sguardo rapido, io sorrido imbarazzata chiedendomi se sia il caso di chiarire subito l'equivoco, ma lei è bellissima e non faccio in tempo a parlare che mi ritrovo a baciarla. E nonostante continui a ripetermi che non posso innamorarmi di una ragazza c'è qualcosa nel suo sguardo, di così triste ma al tempo stesso appassionato da esserne travolta. Ho la sensazione che le spezzerei il cuore se la respingessi, ma soprattutto che spezzerei il mio, in un qualche modo.
In quel momento però, con la repentinità che contraddistingue i sogni, mi ritrovo la bocca piena di bucce di quelle che sembrano carrube o fagioli, ma di una consistenza quasi cartacea molto sgradevole, e vorrei liberarmene ma al tempo stesso dissimulare l'accaduto così che lei non possa accorgersene.
...
A questo punto credo d'essermi svegliata, o comunque ho dimenticato il resto.

Il sogno risale a un paio di notti fa, ma soltanto oggi ho ritrovato la ragazza. L'ho riconosciuta, stesso sguardo, non posso sbagliare e devo ammettere che questo allentarsi dei confini della realtà onirica fa un certo effetto.
Perché un giorno sogni una ragazza che ti fa innamorare (il che è già di per sé abbastanza singolare) e il giorno dopo ricompare in carne e ossa sulla copertina di un album che avevi notato e dimenticato (ma evidentemente non abbastanza).
E ti ritrovi a pensare Lei esiste.

E mi ritrovo a pensare che sono sempre più strana.




The Dears - The Second Part

11 gennaio 2011

Per la serie idiozia galoppante

Quella volta abbiamo riso come matti.
Momenti unici.


10 gennaio 2011

The Night I Couldn't Stop Crying



...waves
          waves
                  waves

9 gennaio 2011

Olè!

Facezie, uh quanto mi piacciono le facezie!
Ero qui che mi allenavo per la lezione di martedì di danza del ventre e mi sono detta, condividiamo questo momento con il resto del mondo.
Per chi non ne fosse al corrente abbiamo avuto il compito, per queste vacanze natalizie, di preparare un pezzetto di esibizione su una musica a scelta.
Ovviamente mi sono ridotta all'ultimo, ma credo d'aver finalmente trovato la mia canzone (sempre che riesca a capire che passi metterci dentro, operazione che risulta anche più complicata dei passi stessi).





Mentre ancheggio e saltello per la stanza naturalmente sono tale e quale alla tizia del video.

Tesori sepolti

La parte finale del giardino, sul lato nord, è delimitata da una breve scarpata ricoperta di vegetazione: perlopiù erbacce, edera, rovi, qualche acacia. Le colline qui intorno sono fatte tutte più o meno di terra giallastra piuttosto compatta striata da frammenti di fossili e fragili sassi bianchi che si spezzano tra le mani. Argilla, marne, calcare, arenarie? I ricordi di geologia si perdono nel tempo.
Fatto sta che qualcuno, si può supporre un secolo or sono (ovvero all'incirca l'età della casa), ha scavato in quella terra una piccola grotta o stanza, larga un paio di metri, cui si accede attraverso un arco di mattoni privo di porta per cui la cavità risulta aperta alla vista e l'ingresso è debolmente impedito da un'unica sbarra di ferro arrugginito parallela al terreno.
Nonostante questo non ci sono mai entrata. A me, bambina, era vietato andarci perché pericoloso. In effetti dal soffitto, col passare del tempo, sono franati alcuni blocchi di terra scoprendo radici rinsecchite e conchiglie fossili, mentre dal pavimento si vedono ancora affiorare pezzi di lamiera e vecchi bidoni metallici corrosi dall'umidità. Ipotizzando inoltre la presenza di ragni, scorpioni, e altre bestiole che di quel riparo avrebbero potuto fare una tana, si può comprendere come non sia mai stato l'ambiente più congeniale ai giochi di una bimbetta.
Bimbetta che peraltro non mancava di gironzolare intorno all'antro proibito, ma limitandosi a soddisfare la propria curiosità con attente indagini visive sempre condotte al di qua della sbarra. Poi, con gli anni, ho finito per perdere interesse riguardo alla questione, dopo tutto parevano esserci soltanto macerie lì dentro.

Cosa mi ha spinta oggi a chinarmi sotto la sbarra e mettere piede all'interno non saprei. Gironzolavo per il giardino prendendo le misure delle nuove aiuole per l'orto e semplicemente mi sono resa conto che ora non sono più sottoposta a divieti, ora a quanto pare sono grande abbastanza per decidere se farmi franare in testa mezza collina. Allora sono entrata.

C'erano alcuni mucchi di vecchie piastrelle esagonali color mattone, e altre quadrate a righe blu, bianche e rosse sepolte nella polvere, due vasi di cotto che sono riuscita a estrarre a fatica, ma perfettamente integri, pile di mattoni e cianfrusaglie in genere.

Infine dalla terra è emerso un pezzo di legno rosso e poi, tutto intero, questo.


Commovente relitto del passato. Inspiegabilmente abbandonato, o gettato via, o chissà come perduto in quel luogo. Un'edicola con la sua icona, un Sant'Antonio col suo giglio di fronte al quale hanno pregato chissà quali persone ormai morte, una piastrella di cielo lustro, profondo e infinito splendente persino nella polvere.
Affascinata e stupita me ne sono rimasta lì con gli stivali affondati nella terra e quell'oggetto tra le mani. Incredula come di fronte a una visione, grata come di fronte a un miracolo.

8 gennaio 2011

In the new year

Indecisa su che canzone postare, poi ho realizzato che probabilmente nessuno dipende dal mio blog per indirizzare i propri gusti musicali. D'altro canto io per prima non ascolto tutte le canzoni che la gente distribuisce in giro.
Per farla breve... The Walkmen, In the new year


7 gennaio 2011

Dipendenze

Sono disintossicata dai telefilm e sto praticamente diventando astemia.
Che le cose siano collegate?

Datemi un martello...

Il dolore immaginario autoinflitto mi placa all'istante. Non fraintendetemi, non vi è alcuna intenzione o progettualità dietro a questo fantasticare. Il dolore reale non mi attira in modo particolare. Se per esempio visualizzo una corda stringersi intorno al mio collo fino a privarmi lentamente del respiro, non per questo ho desiderio di impiccarmi. Forse la cosa può essere difficile da comprendere. Voglio proviate a considerarla come una forma di meditazione, c'è chi si sente rilassare immergendosi in immagini di ruscelli e verdi prati, con me non funziona. Efficace invece è la rappresentazione mentale del mio corpo sottoposto a una forza in grado di ferirlo, o ancor meglio spezzarlo, soffocarlo. Nessuna sottile tortura, nessun diletto per il dettaglio macabro, bensì una violenza rapida e semplice che non richiede un particolare sforzo di concentrazione, infatti non sono pensieri questi che si protraggono per  più di qualche secondo in genere. Il tempo di colpire.
Il bisogno di essere colpita.

Mi fermo qui, non possiedo i mezzi per indagare più a fondo la faccenda, già soltanto tentare di delinearla è stato uno sforzo notevole e ha prodotto un risultato parziale. Lascio le analisi di psicologia spicciola a chi vorrà farle.

6 gennaio 2011

Speciali a partire dal nome

The Portrait Is Finished & I Have Failed To Capture Your Beauty...

Titolo incantevole per un album. Non lo è?

5 gennaio 2011

Lasciatemi blaterare

La tregua per oggi è finita, si torna smarriti e insoddisfatti.
Cerco una meta e scovo soltanto mal di testa e frustrazione.
L'impressione di incapacità è sempre più nitida ogni volta che esco dalle mere costruzioni mentali e mi colloco dentro al mondo fisico. In verità è da molto che anche i rifugi utopici non costituiscono una reale consolazione.
Il futuro non è più quella tabula rasa verso cui dirigersi fiduciosi, è una tabula dura e trasparente larga un paio di metri che viaggia a 200 km all'ora nella mia direzione, e io sono il moscerino sulla sua traiettoria.
Splat.

Macchè, non ci sarà nessuno splat. Ci sarà un lavoro invece, probabilmente non uno di quelli che potrei amare, ci saranno doveri, responsabilità, compiti, fine dei sogni di gloria. Potrebbe perfino esserci la solitudine laggiù, chissà. D'altronde sono cose che accadono.

Lo so che tutto ciò assomiglia molto a una vaga lagnanza senza scopo. Sto cercando d'essere sincera credo, e in qualche modo costruttiva ammettendo dove sta il problema. Ammetto che non so che fare della mia vita e vedermi giacere inutile mi riempie al contempo di disgusto. Ammetto il fallimento e l'errore. Ammetto d'essere spaventata a morte da una simile prospettiva.

Il bello è che nel confessare tutto ciò sperando che qualcuno mi smentisca finirò invece per convincere ognuno definitivamente e ineluttabilmente della mia pochezza (che forse non è tale in assoluto, ma credetemi è schiacciante nel contesto attuale).
In fondo scriverei anche senza un pubblico (che è quello che facevo fino a poco tempo fa), mi aiuta a ritrovare lucidità, anzi, a dire il vero credo stiate iniziando a conoscere fin troppo di me. Dovrò uccidervi temo.

I say "Yeahhhhh"

Buon umore day.
Perciò...

Clap your hands!


4 gennaio 2011

Rotta rotta rotta

Io ho bisogno di capire perché a volte vorrei piangere. Non posso fingere che il motivo sia sempre lo stupido ragazzo che ho perso, quando so benissimo che c'è dell'altro. In effetti ho persino creduto che lo stupido ragazzo potesse salvarmi da me stessa. Altro errore, altra illusione. Ma volevo tanto smettere di guardare, capite? Chiudere quegli occhi osceni, senza palpebre, che puntano le pupille sbarrate verso l'interno del cranio, nell'oscurità rosea senza fondo.
La cecità, finalmente l'oscurità nera, come riposo e consolazione, e lo stupido ragazzo come guida.


Tizia era già Rotta prima che arrivassi tu stupido ragazzo, ecco la verità.
Non potevi essere tu la soluzione.
Non sei tu il problema.
Ora lo so.

Riposa in pace.

Motivo senza motivo (o forse no?)

Non so cosa stavo facendo e non so perché senza motivo apparente mi sia messa a canticchiare questa canzone. Fatto sta che ora non me la tolgo dalla testa.
Oggi va così.


A Toys Orchestra, Somebody Else

3 gennaio 2011

CAPITOLO PRIMO

Nel quale Tizia inizia a leggere V di Pynchon e scopre di sentirsi come Benny Profane nell'introduzione al capitolo primo  

                                 Nel quale Benny Profane, 
                                      schlemil e anche un 
                                        po' yo-yo, arriva 
                                          a toccare l'a-
                                              pocheir
                                                  V

1 gennaio 2011

E con questo, signori, ho concluso

Il 21 giugno, verso le sette, mi alzo, faccio colazione e parto in bici per la foresta demaniale di Mazas. L'ottima cena di ieri deve avermi ridato un po' di energia: procedo facilmente, senza sforzo, tra gli abeti.
Il tempo è meravigliosamente bello, mite, proprio primaverile. La foresta di Mazas è splendida, e anche profondamente rassicurante. E' una foresta vera. Ci sono piccoli sentieri scoscesi, radure, e un sole che si insinua dappertutto. I prati sono coperti di giunchiglie. Ci si sta bene, ci si sente felici; non ci sono uomini. Qui qualcosa si direbbe possibile. Si ha l'impressione di essere a un punto di partenza.
E di colpo tutto scompare. Un'improvvisa sberla mentale mi scaglia nel più profondo di me. E mi esamino, e ironizzo, ma al tempo stesso mi rispetto. Quanto mi sento capace, fino in fondo, di imponenti rappresentazioni mentali! Quant'è nitida, ancora, l'immagine che mi faccio del mondo! La ricchezza di ciò che va morendo in me è assolutamente prodigiosa; non devo vergognarmi di me stesso: almeno avrò tentato.
Mi distendo su un prato, al sole. E adesso soffro, disteso su questo prato, così dolce, in mezzo a questo paesaggio così amico, così rassicurante. Tutto ciò che avrebbe potuto essere fonte di partecipazione, di piacere, di innocente armonia sensoriale, è diventato fonte di sofferenza e di sventura. Nel contempo avverto, con una violenza impressionante, la possibilità della gioia. E' da anni che cammino accanto a un fantasma che mi rassomiglia, e che vive in un paradiso teorico, in stretta relazione con il mondo. Per molto tempo ho creduto che mi convenisse raggiungerlo. Ora basta.

Avanzo ancora un po' nel folto della foresta. Al di là di questa collina, dice la mappa, ci sono le sorgenti dell'Ardèche. Non mi interessa più; ma procedo ugualmente. E neanche so più dove siano le sorgenti; in questo momento, tutto si somiglia. Il paesaggio è sempre più dolce, amico, lieto; il che mi sconcerta. Sono al centro di un baratro. Sento la mia pelle come una frontiera, e il mondo esterno come uno schiacciamento. L'impressione di scissione è totale; ormai sono prigioniero in me stesso. La fusione sublime non avverrà; lo scopo della vita è mancato. Sono le due del pomeriggio.

(Michel Houellebecq, Estensione del dominio della lotta)