Io me ne libero e lui ritorna. Vedo il mare espulso dal mio corpo, e un attimo dopo mi riempie di nuovo senza che ci sia verso di capire da dov'è rientrato.
Di certo ho un grosso buco da qualche parte. L'urto c'è stato, lo ricordo bene, rammento il panico a bordo, lo smarrimento, qualcuno ha pianto, altri maledetto la sorte, ma il peggio, dopo quei primi istanti, pareva passato. Invece ora si scopre il buco. La falla nascosta, imprevista, rivelata dall'evidenza che l'acqua pompata fuori è ricacciata dentro con una rapidità violenta e incontrollabile. La stessa maledettissima acqua. Lo stesso maledettissimo amore.
La nave affonda.
Silenziosamente scende.
2 commenti:
Non bisogna lasciare affondare la nave. La falla può essere riparata. Mai disperare.
"There should be laughter after pain / There should be sunshine after rain / These things have always been the same/ So why worry now"
(Dire Straits)
Cara Tizia, spero che tu possa approdare a più sereni lidi e fare "come quei che con lena affannata/uscito fuor del pelago a la riva/si volge a l'acqua perigliosa e guata"
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