30 dicembre 2010

Qualsiasi altra vita

Mi sono ammalata, ne ho avuto la consapevolezza giusto un sette, otto ore dopo aver affermato compiaciuta che quest'anno niente malanni per me. Già, quasi profetico...
Comunque, smaltito per adesso il febbrone di ieri sera, e non avendo voglia di leggere o guardare la TV, mi sono trovata a letto costretta produrre pensieri, che quelli anche se non ne hai voglia puoi star certa che arrivano lo stesso.
Meditavo sul semplice fatto che non c'è veramente nulla che io possa fare. Una di quelle evidenze un po' zen forse, affascinanti ma poco pratiche. Però ha vinto lui, ecco come stanno le cose. Libero di andare. Libero di essere libero, o forse di essere schiavo di qualcos'altro, a seconda di come si consideri la questione, ma non è questo che mi interessa. Anzi il punto cruciale è forse proprio il disinteresse. Non desidero più sapere cosa ne vorrà fare della sua libertà, vera o presunta, delle sue giornate, della sua intera vita. E' questo un periodo dell'anno che invita con forza a scrivere la parola fine.

Non c'è dolore, non ci sono macerie né senso di morte. Le piante fanno così, cedono senza combattere, si piegano senza dolore, pronte ad accogliere qualsiasi altra vita sia in serbo per loro.

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