non posso lamentare la perdita di un amore o di un'amicizia senza meditare che si perde solamente ciò che in realtà non si è posseduto
(Borges)
E' terribile percepirlo a volte, accorgersi che il presente diventa passato nell'istante stesso in cui sta accadendo. Sono ancora tra le sue braccia e posso solo pensare al tempo che si sta consumando, e quel bacio dato è soltanto un bacio in meno nel conto dei baci che riceverò.
Tutti quei momenti. Mi sono presa cura di loro sin dal primo istante, non c'era altro che potessi fare, immergendoli con cautela nella naftalina del ricordo, chiudendoli in barattoli, non appena colti (loro, i momenti) ancora freschi e virenti, preparandoli per una lunga conservazione tra fogli di carta velina. Memorizzare, memorizzare, la smania di non dimenticare nulla. Non so se questo mi renda previdente o piuttosto paranoica, so che mi dibatto nell'inquietudine. Smetto di soffrire soltanto quando un momento trascorre e diventa passato, che è un qualcosa su cui si può rivendicare sicura appartenenza. In quell'attimo stesso ha però inizio un nuovo genere di sofferenza. La chiamano nostalgia.
1 commento:
Ecco, anche per me i ricordi sono qualcosa di "problematico"... nel senso che da un lato non si può vivere un'esperienza (di qualsiasi genere) solo per ottenerne un ricordo, perché per quanto bello esso tenderà a sbiadire, perdendo inevitabilmente i colori che aveva sul momento; dall'altro però è difficile andare avanti senza ricordi a cui aggrapparsi...
O forse, come al solito, ho un'idea tutta di mia di "vivere" e di "ricordo"...
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