Tempo fa annotai la seguente considerazione.
Forse non so scrivere perché non ho parole mie, che mi appartengano. Uso parole inventate da altri, da quelle persone che danno i nomi alle cose. Piacerebbe anche a me decidere il nome di questo o quello ed essere da loro chiamata mamma e papà insieme...
Rileggendo ora mi sono detta: "sciocca donna! Tu lo partoristi un figliuolo!". Potrei non aver parlato esattamente così, ma resta il fatto che è vero, una creaturina tutta mia la posseggo, è la parola a che detti alla luce una sera tornando dal pub e che i miei amici sono così adorabili da usare persino, concedendole così una vera, seppur limitata, vita.
Ora che ho un blog però, voglio donare alla mia parolina una possibilità in più di diventare grande e importante (lei vorrebbe arrivare al vocabolario) condividendola con quanti non la conoscono e hanno la somma fortuna di passare da queste parti.
Durla s. f. Piccola quantità di cibo rimasta incastrata tra dente e dente durante la masticazione.
(Così d'ora in poi sarà più facile dire a un amico "ehi Carlo stai attento, hai una durla" sostituendolo al meno socialmente spendibile "ehi Carlo vuoi toglierti quel pezzo di rucola tra gli incisivi prima che metta radici?").
No no, non serve ringraziarmi, ve l'affido, fatene un uso corretto e soprattutto diffondete il verbo.
3 commenti:
In effetti sarebbe molto pratico avere una parola singola da usare, invece di un giro di parole... l'unico problema è che gli altri non ti capiscono se la usi... ^^
Comunque... viva la durla!! :-)
PS: strana l'idea di voler creare da sè stessi le parole per poter scrivere... io ho sempre visto l'atto di scrivere come ricombinazione in modi diversi di parole e concetti già infinite volte utilizzati... l'unica differenza sta nell'ordine e nel modo in cui si influenzano tra di loro...
Io la uso in continuazione e tutti mi capiscono... o almeno, nessuno chiede spiegazioni al riguardo.
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