Sarà passato un mese ormai da quella sera in cui mi sono seduta alla scrivania con una rivista e un taglierino e ho incominciato a scavare nella carta. Cut cut cut... l'idea era di aprire pozzi dal fondo dei quali veder emergere immagini e parole sepolte, suggerendo in questo modo nuove relazioni tra le cose. Cut cut cut... scovare il racconto nascosto sotto decine di strati di cellulosa. Cut cut cut... una miniera di segreti.
I miei tentativi si sono arenati presto di fronte alla lama che non tagliava, agli strappi nella carta, all'impossibilità d'ottenere contorni precisi. Questo è il risultato, solo un abbozzo. Un'imperfetta imitazione dell'Idea.
Oggi mi sono imbattuta per caso in colui che all'Idea, invece, ha saputo dare forma in maniera eccezionale. Cercate le opere di Brian Dettmer su internet e capirete cosa intendo.
Non che voglia paragonarmi a lui. I suoi libri sono un mirabile esercizio di pazienza, abilità e fantasia. Ricordano complessi modelli anatomici, sezioni di organi, e più in generale strutture interne, sia che si tratti degli intricati meccanismi di un mondo inanimato, o dei cuori minerali delle pietre.
La mia idea non era male dunque (mitico!), ma non era originale (d'oh!) e ora non so più come comportarmi. Continuare, cercando di ignorare i capolavori di Brian? O lasciar perdere, sacrificando l'intuizione iniziale? Come al solito scontrarmi con l'eccellenza altrui mi lascia sempre un po' afflitta. Nascono domande. Fioriscono dubbi.
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