1 febbraio 2011

Senza titolo (l'asino pattinatore non trainò la slitta, ma le due tizie visitarono l'ArteFiera)

Grazie al gentile invito della Mary, che cade puntuale ogni anno, la fiera internazionale d'arte contemporanea di Bologna sta diventando un consueto appuntamento con la fatica e lo stupore.
Partiamo dalla prima. La fiera è immensa, non c'è mai verso di riuscire a girarla per intero, nemmeno scarpinando per quasi sei ore nel labirinto di pareti divisorie, avanti e indietro, destra e sinistra, di qui siamo già passate, di là non so dove si vada. Quest'anno a dire il vero la visita è stata considerevolmente accorciata dal problema neve (che per tutto gennaio è scesa a ostacolare ogni attività osassimo programmare), in compenso abbiamo saltato la pausa pranzo (ah! ci nutriamo d'arte noi!) e, a fine giornata, se non distrutte, eravamo lo stesso molto provate.

A questo punto sarebbe doveroso parlare delle opere esposte, ma radunare le idee non è semplice, tra l'altro ho lasciato che la Mary si occupasse delle foto quindi per alcune immagini e altrettanti meravigliosi commenti andate qui. Agli amici interessati ai trend della stagione posso comunque consigliare di puntare su farfalle e violini, ma se siete tradizionalisti e volete andare sul sicuro, gli scheletri sono di gran moda ormai da qualche anno.
Al solito non sono mancate le stramberie (un lottatore di sumo appeso al soffitto), le insulsaggini (quadri monocromi), i Fontana (concetti spaziali a volontà), i capolavori (ho trovato i mobili da comprare quando sarò ricca), gli orrendumi (un uomo nudo con la maschera di Darth Vader??), i materiali strani (fette di pane tostato affogate nella resina), le opere inquietanti (sesso tra scheletri) e poi quadri al neon, sculture di dadi, brandelli di camicie che ricreano albe marine, piccoli scarabocchi e ingombranti sculture plastiche, scarpe vecchie e nuovissime tecno-vetro-fibro-cose.
Insomma non manca mai d'essere un'esperienza edificante, nella quale ricaricare le pile dell'idiozia più folle.

Se poi finite, come noi, per accasciarvi doloranti su una delle panche, non sarà comunque tempo sprecato, il pubblico stesso che gira per la mostra è in sé davvero affascinante e potrete approfittare di un po' di riposo per studiarlo meglio. Si va dalla femme fatale con venti centimetri di tacco che ci si domanda quanta strada riuscirà a fare prima di crollare tra gli espositori, allo studente della scuola d'arte armato di taccuino, macchina fotografica e vestito come una tela di Pollock. Dalla donna impellicciata che è l'unica a potersi permettere di comprare qualcosa, agli intellettuali snob capaci di entusiasmarsi per un cubo di polistirolo. Se infine vi capita di scorgere due tizie che confabulano fitto fitto su quale sia in modo migliore per riuscire a sbirciare sul retro di una tela di Fontana, ecco, quelle siamo noi.
Dunque... alla prossima fiera.

1 commento:

Mary ha detto...

Brava, ottimo resoconto della giornata :D
Io l'ho omesso, avevo perso già troppo tempo a litigare con blogger per la pubblicazione delle immagini (tra l'altro si è categoricamente rifiutato di caricarmi quella con i mobili :( ).