Mi piace credere che un giorno ci incontreremo di nuovo.
Il 6 aprile del 2031 io uscirò dal panettiere nel momento esatto in cui lui deciderà d'attraversare la strada, e verremo a trovarci uno di fronte all'altro. Allora gli domanderò degli ultimi vent'anni e dopo tanto tempo sarà semplice raccontare ogni cosa, converseremo un poco accanto a due tazzine di caffè vuote, poi ci saluteremo con un bacio sulla guancia.
Finalmente avrò il mio banalissimo, scontato, ma necessario finale.
I lettori saranno soddisfatti.
4 commenti:
Sigh...
No, niente più lacrime :)
Avevo iniziato a schierare un plotone di parole armate ed agguerrite sull'argomento. Ma poi un dubbio: stiamo parlando di una ex-relazione o di altro?
M.
Il plotone un po' mi spaventa, ma di qualunque cosa stessimo parlando doveva avere un tono sereno. Il mio post è mansueto, niente armi.
Il mio post parla di un futuro remoto e di ipotesi letterarie. Non di speranze, nè di attese. Parla di astrazioni e lo fa con affettuoso distacco.
Il mio post fuma il calumet della pace sotto un cielo pieno di stelle.
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