10 agosto 2011

Tutte le direzioni

Dieci inverni, un film: occasioni mancate, momenti sbagliati, errori - o presunti tali per noi che assistiamo allo svolgersi degli eventi da una posizione privilegiata: spettatori di una storia già scritta della quale non è complicato intuire la direzione. E nel momento in cui la strada è tracciata diventa semplice anche individuare l'errore che appare (logicamente ed etimologicamente parlando) come deviazione dalla medesima..
Il nostro vagare per il mondo invece non segue vie segnate a priori, se non quelle fittizie della mente, e se non c'è una giusta via come si può dare una definizione dell'errore? Da cosa stiamo errando?
La faccenda appare estremamente complessa.
I miei dieci inverni indecifrabili.
Perseverare non mi è mai parso più umano.

5 commenti:

M. ha detto...

Questo film l'ho visto circa un anno fa. Rientra nei miei standard. Quando me ne parlavano però mi immaginavo una storia diversa. Pensavo ad puntuale incontro invernale di una coppia. Ad una relazione costante almeno. Attesa, incontro, attesa. Ecco come doveva andare! Ma di fatto la storia è diversa. Come d'altra parte lo è la realtà. Troppe variabili. Devo dire però che mi è rimasto un qualcosa in bocca. Forse un retrogusto di disprezzo nei confronti della ragazza. O del ragazzo? Non ricordo bene, ma probabilmente è qualche comportamento superficiale e poco simpatico di uno dei due protagonisti a mettermi questo saporaccio in bocca. Magari però si trattava davvero di occasioni mancate o momenti sbagliati. Devo riguardarelo.

Tizia ha detto...

Oh sì la ragazza l'ho detestata per buona parte del film.
Forse perchè tutto sommato è lui a soffrire d'amore, mentre lei appare incostante e inconsapevole, fa disfa, ritorna, parte.
Avrei preferito un finale nel gennaio 2008, il penultimo anno, ma forse nove inverni suonava male, troppe "v", impronunciabile.

M. ha detto...

Ecco lo sapevo che era lei. Dopotutto almeno non era solo una mia impressione. Cercherò comunque di riguardarlo per valutare la versione alternativa "noVeinVerni"
M.

M. ha detto...

Vista la serata in casa ho appena finito di guardarmi nove inverni.
Che dire, a parte il primo e secondo inverno in cui era decisamente lui l'inconcludente, in tutti gli altri inverni era lei che avrei fatto a pezzettini! Ed effettivamente è proprio dal terzo inverno che lui si innamora. Lei invece non lo si saprà mai.
A giustificare la mia ricetta di "Trito di Camilla" mi son giusto segnato frasi del tipo "sì, ti avevo chiamato.. ma dopo 6 mesi le cose cambiano!", ed impresso nella mente scene come il post-laurea di lei dove lui l'ascolta al mattino presto, partecipa alla laurea e le prepara inutilmente una festa in casa. Oppure la scena in Russia dove lei bella come il sole gli lancia mirando a distanza un coltello al petto dicendo che aspetta un figlio per poi affondarne un altro nel basso ventre mentre lo illude ballando. Il finale, come la scena in pescheria in cui lui la vede ma va via, è molto bello e mi dà l'idea di una sorta di tempo sospeso: loro due nella stessa piazza deserta che osservano i movimenti di uno stesso frate nello stesso momento ma col destino non li fa incrociare. Fine. Forse è giusto che finisca così: con lei immatura che non ha imparato nulla dai suoi errori e continuerà a sbagliare e lui che invece col tempo ne uscirà più consapevole.
La versione che vidi un anno fa, quella col decimo inverno, era una versione più per le grandi sale.
M.

Tizia ha detto...

Le mie esatte impressioni, gli stessi fermi immagine, identiche considerazioni finali.
Lieta che nove inverni sia stato apprezzato.