12 aprile 2012

Astinenza

A pagina 1033, dove avevo tracciato alcuni segni a matita un paio d'anni fa:
«E contavo i giorni. Ero orgogliosa di ogni giorno che riuscivo a starne fuori. Ogni giorno sembrava essere la prova di qualcosa, e li contavo. Li sommavo. Li mettevo in fila uno dietro l'altro. Lo sai?» [...]  «E poco dopo diventava... improbabile. Come se ogni giorno fosse una macchina che Knievel doveva saltare. Una macchina, due macchine. Quando mi rendevo conto che ero arrivata, diciamo, a 14 macchine, cominciava a sembrarmi un numero esorbitante. Saltare sopra a 14 macchine. E poi il resto dell'anno, guardando in avanti, centinaia e centinaia di macchine, e io nell'aria che cercavo di saltarle». Smise di toccarsi la testa e l'abbassò. «Chi avrebbe potuto farcela? Come avevo anche solo potuto pensare di farcela in quel modo?»
E più avanti:
Sentire che non ce la fai e devi farcela per forza [...] Sentire il dolore di ogni secondo che passava. Vivere un secondo alla volta. Suddividere il tempo in tante microunità. L'astinenza. Ogni secondo: si ricordava: il pensiero di sentirsi come si sentiva in questo secondo per altri 60 di questi secondi - non poteva farcela. Non poteva farcela. Doveva costruire un muro intorno a ogni secondo per sopportarlo.
[...] Resistere. Nessun singolo istante di quel dolore era insopportabile. Eccolo qua un secondo: lo aveva sopportato. Insopportabile era il pensiero di tutti gli istanti in fila, uno dietro l'altro, splendenti.

                                                                                         (David Foster Wallace, Infinite jest

1 commento:

Lothiriel ha detto...

Ecco, appunto: bisogna vivere un istante alla volta. Mai pensare alla somma di tutti gli istanti, altrimenti si finisce per crollare...