28 giugno 2012

la Canzone

La canzone che più di ogni altra descrive quello che è il mio stato d'animo per la maggior parte del tempo che trascorro cosciente ha un testo di sei parole, sei parole ripetute, ma pur sempre sei, che è un numero piuttosto piccolo, ma evidentemente efficacissimo.



(A Toys Orchestra, Asteroid)

Domani concerto a Bologna (notizia che doveva essere il soggetto del post, con tutta la contentezza che ne consegue e bla bla bla).

22 giugno 2012

Bellydancer all'opera

Si continuerà a danzare tutta estate e chissà se prima o poi le nostre scenografiche candele daranno fuoco a qualcosa, come si è temuto fin dal principio, o se piuttosto dovranno fare i conti con il vento come nell'ultima esibizione casalecchiese (freddo, scialletti sulle spalle, piedi scalzi e fiammelle che si spegnevano di continuo: sembravamo un gruppo di "piccole fiammiferaie" di bianco vestite).



7 giugno 2012

Ma sono... patate!


Patate in verticale come le definiscono alcuni, o patate nella cassa, se preferite il tocco funebre. Il principio è semplice e lo trovate diffusamente spiegato in rete, ma, in breve, consiste nel far credere alle piante che crescono di trovarsi ancora sotto terra, persuadendole così a produrre tuberi a vari stadi di altezza, e ottenendo un buon raccolto in uno spazio ridotto. Questa la teoria. 
A me in verità non è che manchi lo spazio in giardino, però l'idea d'avere patate senza dover vangare l'ennesimo quadrato di prato, mi è parsa subito allettante. D'altro canto anche le carote le coltivo in cassetta, dove la terra è morbida e le talpe inesistenti.
Così ho segato il fondo alle casse e le ho riempite man mano di terra e paglia, e le piante sono cresciute e cresciute come il fagiolo magico, hanno prodotto foglie e hanno prodotto fiori in gran quantità, fin qui tutto bene, spero soltanto non si siano dimenticate di produrre patate!

5 giugno 2012

Post saggio, ma non si parla del saggio (dove post sta per "dopo" e saggio è quello di danza, non un uomo barbuto che vive su una montagna)

Sono molto stanca e ho un lieve mal di testa, non so cosa ci faccio qui a scrivere, vorrei essere a letto, ma l'idea di coricarsi è attraente fintanto che rimane astratta, perchè nel tempo che impiego a passare dalla veglia all'oblio divento sempre un po' triste. Lo sono già adesso, lo ero poco fa mentre mi struccavo davanti allo specchio pensando alla scena del mio film preferito, lacrime finte versate su un ombretto nero. Lacrime finte ma non menzognere. Io ho detto la verità quando invece non avrei dovuto, l'ho perso con la verità, mentre con una lieve omissione, nemmeno una bugia, potrei almeno parlargli ancora, mi manca parlargli, parlare a lui invece che al vuoto. Mi bruciano gli occhi, sono sfinita, per oggi può bastare per dormire.

2 giugno 2012

Tutto torna

Non conoscevo Jan Svankmajer e scoprire i suoi lavori ha risuscitato in me la voglia di tornare agli esperimenti di stop-motion. Sarà anche che ultimamente ho pensato molto al movimento e alla sua assenza (avevo un soggetto in mente, non oserei definirlo una storia), e la possibilità del moto immobile, realizzata in un certo senso dalla stop-motion, credo rappresenti ai miei occhi qualcosa di cruciale (sono sempre più convinta del resto che i motivi estetici non siano motivi veri, ma il risultato di altri motivi intimi, che di rado riusciamo a cogliere), qualcosa che necessiti d'essere indagata (sempre che io non torni a deprimermi rendendo così totalmente inutile il mio apparato cerebrale).