25 marzo 2011

Passo e chiudo

Taccio, non per malinconia, non per viltà, non per assenza d'argomento. Taccio perchè questo è il mio modo di salvare Tizia alle volte. Salvarla da cosa, non dirò, se è vero che taccio.

21 marzo 2011

Telefono senza fili

In inglese lo trovo tradotto, e in tedesco, francese, ma non in italiano. Così se cerco su internet un passo di Livio vengo sconfitta dal moltiplicarsi di ulteriori complicazioni linguistiche: dal latino all'inglese, dall'inglese all'italiano, dall'italiano al latino. Alla fine nulla ha più senso e, tra un dizionario e l'altro, bellum diventa cavallo, e puer ciabatta, come nel telefono senza fili.

19 marzo 2011

18 marzo 2011

Icari Dedali Arianne e Minotauri

Quando avevo in mente di visitare Villa Pisani (a Strà in provincia di Venezia) per potermi finalmente addentrare in un vero labirinto verde, mi ero fatta l'idea che si trattasse di una rarità. Ora scopro che a Valsanzibio il giardino di Villa Barbarigo ospita uno dei labirinti di siepi più antichi ed estesi d'Italia. E non è finita qui, il castello di San Pelagio, sempre in provincia di Padova, di labirinti ne ha addirittura due.
Non mi dilungo ora nell'elenco dei giardini incantevoli, dei giochi d'acqua, delle architetture, c'è persino un museo dell'aria lì da qualche parte.

Prevedo una primavera intensa.

17 marzo 2011

Cuci la bandiera

Il mio tricolore è fatto in casa, col rosso di una tovaglia, il bianco di un lenzuolo, e il verde di una tenda. Rettangoli di stoffa, tagliati e assemblati in tutta fretta in occasione di un mondiale di calcio svariati anni or sono, un mondiale che poi abbiamo perso, ma non si poteva mai sapere.
Da allora la bandiera è rimasta quella: storta, sfilacciata e mal cucita. Si sarebbe potuto facilmente comprarne una, ma sono contenta che nessuno di noi l'abbia fatto, perché ritengo che il gesto di confezionare la bandiera del proprio paese sia carico di significato, di storia e, io credo, di bellezza. Quel qualcosa che avvicina il singolare all'universale, l'individuo al simbolo. Sarà che ho negli occhi il dipinto del Borrani.


Odoardo Borrani, 26 aprile 1859

15 marzo 2011

Exp. 1

Del quando una canzone che ti piace ha un testo che non riesci proprio a comprendere, e non sai se ti difetta più la lingua o la logica.

(Adam Green, Exp. 1)

14 marzo 2011

12 marzo 2011

Creatura prativora

I prati mi sospingono alla metamorfosi erbivora. Ne vedo uno e desidero d'essere mucca, sostare al sole e brucare quel verde. Appena possibile mi getto carponi - non si può godere d'un prato senza toccarlo - allora faccio la mucca, sì, ma senza muggire, senza quattro stomaci, e per un po' provo a concentrarmi solo sull'erba. Sulla consistenza dell'erba, sul sapore dell'erba, sulle forme dell'erba, sulle qualità di erbe, sui loro nomi: come mucca penso troppo.
E dunque mi accontento di fare la Tizia che raccoglie grassa gallina (valerianella) e streccapogn (radicchio selvatico), bisogna farne scorpacciate prima che vadano in fiore con l'arrivo della bella stagione. La valerianella la scovo facilmente, in certi punti il campo ne è pieno, tenerissima, oleosa, dal sapore delicato, sarà ottima mischiata allo streccapogn che invece è più amaro e tenace. Quest'ultimo è una scoperta, non ero abituata a raccoglierlo, assomiglia al tarassaco (che comunque è commestibile pure lui) e tendo a confonderlo. Anche di quello ne è generosa la terra, se sai dove cercare, e che sorpresa quando, tenendo fede al suo nome dialettale, una volta raccolto si arriccia su se stesso come un pugno. Inoltre in insalata trovo sia bellissimo a vedersi, con la sfumatura rosso violacea alla base dei gambi, che, condita con l'olio, diventa ancor più lucida e intensa.
Incredibile che non costi nulla, nemmeno la fatica di coltivarlo.

10 marzo 2011

Piromania

Mentre pucciavo il gatto nel prodotto antipulci, mi è caduto l'occhio su questa avvertenza:

Tenere gli animali trattati lontano da fiamme o da altre sorgenti di fiamma per almeno 30 minuti o fino a quando il mantello è asciutto.

Una vera seccatura per la vostra bestiola alla quale piace tanto dormire sul fornello accesso, ma non bisogna transigere: la sicurezza prima di tutto!

9 marzo 2011

Tu dovevi credere a me, e io ti avrei scelto per sempre




Bastava A e lei gli avrebbe donato B. Dove A sembra essere qualcosa di insignificante e B qualcosa d'immenso. Eppure non funziona.
Trova il motivo.

8 marzo 2011

asdfghil

Tizia si allena a battere alla tastiera senza guardare le dita. Considerando le lettere che per ora padroneggia, può scrivere con una certa fluidità:


gli dissi la fila di gigli gialli ha di lilla la dalia
la glassa falsa sa di salsa
allaga la sala di saggi assilli
fili di giada fissi alla figlia
laghi fidi asili di afa
faggi di ghiaia
ghisa

Capirete che Tizia (d'ora in avanti Gisia) non può concedersi deviazioni dal metodo, quindi si darà alla poesia ermetica, almeno fino a quando non avrà terminato l'apprendimento (o per il resto della sua vita, se la cosa le aggrada).

5 marzo 2011

Libri mai visti: work in progress

Sarà passato un mese ormai da quella sera in cui mi sono seduta alla scrivania con una rivista e un taglierino e ho incominciato a scavare nella carta. Cut cut cut... l'idea era di aprire pozzi dal fondo dei quali veder emergere immagini e parole sepolte, suggerendo in questo modo nuove relazioni tra le cose. Cut cut cut... scovare il racconto nascosto sotto decine di strati di cellulosa. Cut cut cut... una miniera di segreti.

I miei tentativi si sono arenati presto di fronte alla lama che non tagliava, agli strappi nella carta, all'impossibilità d'ottenere contorni precisi. Questo è il risultato, solo un abbozzo. Un'imperfetta imitazione dell'Idea.


Oggi mi sono imbattuta per caso in colui che all'Idea, invece, ha saputo dare forma in maniera eccezionale. Cercate le opere di Brian Dettmer su internet e capirete cosa intendo.
Non che voglia paragonarmi a lui. I suoi libri sono un mirabile esercizio di pazienza, abilità e fantasia. Ricordano complessi modelli anatomici, sezioni di organi, e più in generale strutture interne, sia che si tratti degli intricati meccanismi di un mondo inanimato, o dei cuori minerali delle pietre.

La mia idea non era male dunque (mitico!), ma non era originale (d'oh!) e ora non so più come comportarmi. Continuare, cercando di ignorare i capolavori di Brian? O lasciar perdere, sacrificando l'intuizione iniziale? Come al solito scontrarmi con l'eccellenza altrui mi lascia sempre un po' afflitta. Nascono domande. Fioriscono dubbi.

2 marzo 2011

I'm the dog that ate your birthday cake

Sapete quel genere di umore che infila in bocca canzoni serene, con strofe che sono tutte un sorridere alla vita?
Ecco, magari sei lì che guidi, chiuso nella tua macchina, sulla strada che avrai fatto un migliaio di volte, e senti qualcuno cantare queste parole: "...it's a wonderful life..." con una melodia che conosci, ma di cui non ricordi nulla di preciso, e una voce che riconosci, perché è la tua.
It's a wonderful life... seguiti a intonare con maggiore entusiasmo, diamine forse lo è davvero, sei pronto a crederlo, almeno per questa volta.
E appena arrivato a casa cerchi la canzone, e la trovi.
E trovi l'autore.
E scopri che chi l'ha scritta è morto il 6 marzo di un anno fa. Suicida.




(Sparklehorse - It's a wonderful life)

1 marzo 2011

fitter, healthier and more productive
a pig
in a cage
on antibiotics.





(Radiohead, Fitter Happier)